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Cambiare vita si può!

Mi chiamo Nanda Santoro, ho 55 anni, sono sposata e madre di due figli. Ho sempre vissuto ad Avellino, mia città natale, dove gestivo una scuola dell’infanzia privata e mi occupavo di consulenze a vario titolo in qualità di pedagogista clinico. Ho dedicato molto tempo della mia vita al lavoro e l’ho fatto con impegno e dedizione; più lavoravo più mi sentivo appagata, realizzata, soddisfatta. Con l tempo il lavoro ha finito con il riempire tutti i miei spazi di vita e ne era diventato il padrone, la mia bella casa, frutto di inestimabili sacrifici, la mia prigione.

Fu così che nel 2011 ho cominciato a maturare una certa insoddisfazione nei confronti della vita che conducevo e la situazione sembrò quasi precipitare con l’aggravarsi della crisi economica italiana. Il lavoro tutto sommato continuava ad andare bene, ma intorno a me la miseria cominciava ad avanzare: i negozi e le fabbriche chiudevano, gli operai venivano licenziati, aziende di secolare tradizione si sgretolavano vanificando il lavoro e il sacrificio di intere generazioni. La gente cominciava ad essere frustrata e depressa, i discorsi erano sempre gli stessi, il malcontento ormai generalizzato rendeva tristi anche le serate con gli amici.

Un piovosissimo pomeriggio d’inverno, navigando su internet, mi sono imbattuta in un sito che parlava di Capo Verde, all’epoca non ne conoscevo nemmeno l’esistenza, ma questo forse fa parte del mio essere ignorante in geografia. Guardando le immagini di questo meraviglioso paese me ne innamorai immediatamente e con un entusiasmo quasi giovanile (o con disperazione senile) organizzai la mia partenza.

Nel gennaio 2012 ero sull’isola di Fogo dove soggiornai quasi due mesi. Da quel momento fu un continuo andirivieni Italia-Capo Verde, dove Italia significava “pianificare il ritorno a Capo Verde”

Mio marito che non comprendeva il perché di tanto entusiasmo, ebbe modo di “chiarirsi le idee” nell’agosto del 2012, quando in occasione del 25° anniversario di nozze dovette rinunciare al tanto agognato Santo Domingo e far posto ad un tour nell’arcipelago capoverdiano.

Fu in quel preciso istante che ebbe inizio il secondo tempo della nostra vita.

Vendemmo la casa, anzi la svendemmo (in Italia è ormai inevitabile chiudere cattivi affari) e nel giugno 2014 ci trasferimmo definitivamente.

Scegliemmo l’isola di Maio e una casetta in riva al mare. Da allora i parenti e gli amici ci hanno atteso invano a Natale, l’estate successiva e poi ancora a Natale; forse torneremo, per un paio di settimane ad Avellino o forse no, non lo so…