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Il coraggio di partire

il coraggio di partireQuante volte in questo tempo che sono a Capo Verde mi sono sentita dire “tu si che hai avuto coraggio” oppure “ce ne vuole di coraggio a lasciare tutto e partire!”.

I viaggi di sola andata suscitano sempre nelle persone un senso di vertigine, sono salti nel vuoto, un precipitare nel baratro.

Ricordo l’ultimo anno trascorso ad Avellino, quando ormai avevo cominciato a non sopportare più niente e mi sentivo soffocare in una gabbia dalla quale desideravo solo fuggire. Ero stanca delle persone e dei loro soliti discorsi, stanca del traffico cittadino, del parcheggio che manca sempre, della cassetta della posta straripante di bollette e della televisione che ti bombarda con le sue storie di morte.

Più passavano i giorni e più vedevo calare il sipario su una vita che potesse minimamente definirsi tale, alla noia era subentrata l’insoddisfazione, la frustrazione, la depressione.

Cominciavo le mie giornate ripetendo meccanicamente i soliti gesti, controvoglia, spinta da un assurdo senso del dovere, guardandomi allo specchio vedevo la mia immagina malmessa, qualche volta ho tentato di appiccicarci un sorriso ma era una maschera che non reggeva più.

Ti sembra familiare questa storia? Allora continua a leggere.

I falsi antidoti per una vita serena

Sono sempre stata un’amante della lettura e una studiosa di psicologia. Nei momenti di buio mi sono affidata ai tanti libri di “pensiero positivo” che facevano bella mostra nella mia libreria, ho seguito un corso di PNL a Roma, a Milano e finanche a Londra convinta che da queste esperienze ne sarei uscita più forte e più felice; ho ricercato su internet tutte le ricette del buonumore, alla fine disperata mi sono affidata all’oroscopo sperando in congiunzioni astrali che favorissero la mia rinascita. Niente è servito.

Nulla può convincerti che la tua vita sia bella se tutto ciò che ti circonda racconta esattamente il contrario.

La paura

Ripenso a quel periodo della mia vita e ancora oggi ne percepisco la grande confusione. Si stava facendo largo con prepotenza, la ovvia consapevolezza che non può esserci “cambiamento senza cambiamento” eppure una strana forza mi costringeva a non lasciare, a non andarmene, a non partire.

A confronto perdere la salute, la serenità e la gioia non mi faceva tanta paura. Cominciavo ad abituarmi a queste cose, le consideravo quasi normali, gli avevo permesso di entrare nella mia vita e ora che le conoscevo bene pensavo che , tutto sommato ci avrei potuto anche convivere.

Perché dunque cercare nuovi problemi, mi sarei tenuta quelli che già avevo. In quei momenti di assoluto disordine questa decisione era quasi di conforto.

La decisione di restare

Ho continuato ancora tante mattine a svegliarmi e a ripetere meccanicamente i soliti gesti. Ho provato a lavorare ed ad incontrare gente, a vivere senza entusiasmo, senza amore e a non sorridere più. Sono arrivata a sentire il peso e la stanchezza di un intera giornata fin dai primi istanti del mattino. Ho contato le ore e i minuti aspettando con ansia che ogni giornata volgesse al termine, per andare a dormire e non vivere più.

Gli altri

Confrontarsi con gli altri può avere poco senso, soprattutto se gli altri come te hanno deciso di arrendersi. La passività rende deboli e ci fa ammalare. Agli altri puoi raccontare il tuo star male e ascoltare il loro, vi vomiterete addosso il vostro malessere e alla fine ne uscirete peggio.

Cercherai di dare la colpa di tutto quanto alla società, alla politica, alla tua educazione, ai tuoi genitori. Ma ora la scelta spetta a te, stai semplicemente cercando delle scuse. Il campo di battaglia si è trasferito dentro di te, è contro le tue paure che devi combattere non contro il sistema

La svolta

Questo l’ho capito un giorno, durante l’ennesima disanima esistenziale, cercavo come al solito di convincermi che nulla potesse essere cambiato. Ma quel giorno una strana lucidità corse in mio aiuto. Non posso andarmene, pensavo, perché qui ho una casa, ma una casa può essere venduta; ho un lavoro, ma la crisi spazzerà via anche quello; ho dei figli ma qui per loro non c’è futuro.

Capii che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei pensato “ è troppo tardi, avrei dovuto farlo prima”. Quel giorno fortunatamente non era ancora giunto, e io ero ancora padrona del mio tempo.

La mente umana è un’affascinante enigma, bastò un solo attimo per far scattare la molla e l’irresistibile voglia di cambiamento. Un solo attimo e ricominciai a vivere.