Racconti di italiani a Capo Verde: la storia di Matia

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10955350_846680108707375_4567456053505816392_nMatia è un romagnolo DOC come egli stesso ama definirsi, che da anni vive e lavora a Capo Verde. Ma non è solo, con lui ci sono i genitori, Roberta e Gilberto, il fratello Alan, la moglie Debora e il piccolo Thiago

“Abbiamo scoperto Capo Verde seguendo le nostre grandi passioni: il mare e la pesca, ma qui abbiamo trovato molto di più, relax, tranquillità e un clima davvero fantastico”.

Matia ricorda di come inizialmente, consigliati dalle agenzie turistiche visitarono le isole di Sal e di Boavista che definisce belle e affascinanti ma dove “i grandi villaggi turistici e il forte vento (ottimo per i surfisti, un po’ meno per chi vuole altro) avevano un’impronta fin troppo forte per noi!”

La ricerca di una meta più tranquilla li condusse nell’isola di Maio “e qui scattò l’incantesimo, che ci portò dopo ripetute visite, a decidere di trasferirci per vivere e lavorare in questo paradiso.italiani-a-capo-verde

Ad un certo punto, la nostra amata Italia, incominciò a starci stretta.

Il nostro lavoro andava bene, nonostante la crisi incominciasse a farsi sentire, però la nostra anima il nostro cuore, la nostra mente e la nostra vita, erano ormai state segnate.

Ci organizzammo piuttosto velocemente (meno di un anno) e lasciammo il “bel paese” di comune accordo.

Creammo il “Big Game Maio” (www.biggamemaio.com) e introducemmo alcuni servizi turistici di cui l’isola era carente. Nonostante i pochi collegamenti e lo scarso flusso turistico, il lavoro ci tiene occupati in quelle che sono le nostre passioni: si va a pesca, si lavora con i quad, si cucina … ognuno di noi ha la fortuna, coltivando la propria passione di fare il lavoro che ha sempre desiderato.

Raccontandovi la nostra avventura, vorrei però che la gente si ricordi bene di una cosa:

non è tutto facile come sembra!  Competenza, disponibilità e coerenza sono valori indispensabili. Maio è un’Isola felice, ma serve essere disposti ad accettare la mentalità e la cultura di un popolo ancora, fortunatamente, lontano dal mondo occidentale.

Di certo è un paradiso per chi vuole trasferirsi e vivere l’isola nella sua totale tranquillità… Ma lavorare come stiamo facendo noi richiede impegno e dedizione e credetemi non è sempre facile”.