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lavorare a Capo Verde

lavorare-capo verdeSe ci si trasferisce in un altro Paese sicuramente il nodo più importante da sciogliere è quello relativo al lavoro. Sono esonerati dalla ricerca i pensionati e coloro che hanno la disponibilità di un gruzzolo. Il sistema bancario capoverdiano, infatti, oltre a essere solido e sicuro offre discreti interessi, mediamente del 3-4% netto, poi ovviamente ci sono variazioni legate alle diverse tipologie di deposito. Stabilito il fabbisogno mensile (per qualche indicazione) fate pure le vostre valutazioni.  Se non avete la fortuna di rientrare nelle categorie sopracitate, così come è successo a me, allora qualche suggerimento potrà esservi utile. Personalmente sconsiglio a priori la ricerca di un lavoro dipendente, se per caso vi dovesse capitare di trovarlo sappiate che la retribuzione minima per un full time è di 110 €, e le variazioni (quando pure ci sono) comunque non vi consentiranno una vita dignitosa. Il lavoro a Capo Verde va creato. Gli italiani, per quanto siano un popolo creativo, su questo argomento si dimostrano ostinatamente monotematici e oltre all’apertura di un bar o un ristorante spesso non riescono ad immaginare. Confesso che in questa tentazione ci sono caduta anch’io. Oggi quando qualcuno mi chiede: “se vengo a Capo Verde cosa potrei fare?” gli rispondo: “vivici prima per qualche mese, anche un anno se necessario, e poi deciderai”. La comprensibile smania di fare infatti ha spinto molti connazionali a fare passi sbagliati e questo li ha seriamente danneggiati. Gli investimenti sia lavorativi che immobiliari vanno ben ponderati: il mondo pullula di ciarlatani che aspettano persone come voi per le loro squallide speculazioni. Fortunatamente il mondo pullula anche di tanta gente per bene. E fu così che quando nel 2014 arrivai a Sal, e fittai il mio bel locale dove realizzare un bar/ristorante (tanto per cambiare) fu un portoghese a distogliermi da questo investimento che tra un preventivo e l’altro si aggirava sugli 80.000 €. Se avessi perseverato su quella strada oggi probabilmente non sarei qui a scrivere questo articolo. Nell’agosto partii per l’isola di Maio che avevo già visitato l’anno precedente e mi era molto piaciuta. La consapevolezza dello scampato pericolo ha placato la mia smania di aprire un’ attività e per impegnare il mio tempo mi sono messa a dipingere.  Ho venduto i miei quadri. Cinque mesi più tardi abbiamo aperto un’agenzia digitale e creato siti web. L’informatica è una buona opportunità di lavoro.  La nostra ditta è una società unipersonale, si costituisce rapidamente e costa pochissimo. La contabilità è elementare e non c’è obbligo del commercialista. Il responsabile della finanza di Maio è una persona affabile e molto disponibile, al servizio di chiunque abbia bisogno. Questa per me, che ero abituata ai finanzieri sceriffi dell’Italia, è stata forse la scoperta più gradita. E’ un anno e mezzo che vivo a Capo Verde e confesso che più passa il tempo e più scopro che qui si possono fare tantissime cose. C’è bisogno di tanto se non addirittura di tutto. Se siete dei tecnici (idraulico, elettricista etc),se lavorate nel campo delle energie rinnovabili, se siete dei professionisti, se siete bravi imprenditori e fate il vostro lavoro con amore e professionalità sappiate che qui la meritocrazia è ancora un valore. Muovetevi con umiltà, siate gentili quando andate negli uffici pubblici, non siate arroganti, non siete una razza superiore. Molti italiani quando arrivano qui hanno la presunzione di venire dal civilizzato occidente e di essere depositari di ogni sapere. I capoverdiani sono persone disponibili e ospitali e sono indubbiamente un grande popolo come dimostra  la storia degli ultimi 40 anni.