Racconti di italiani a Capo Verde: la storia di Vincenzo

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Il mal d’Africa è un tema che ha impegnato vanamente un gran numero di studiosi nell’audace tentativo di darne una definizione ed una interpretazione logica e razionale. Ma il mal d’Africa è uno stato dell’anima, è un qualcosa che si annida nelle parti più intime e remote dell’essere, oscure ed indecifrabili alla ragione Il dato inconfutabile è che in molti, perlopiù provenienti dal dorato mondo occidentale, in questa meravigliosa terra riscoprono il senso primordiale del loro esistere e l’immenso piacere di ricongiungersi alla natura della quale ognuno di noi è parte integrante. Per alcuni può essere davvero difficile una volta rientrati a casa non provare una grande nostalgia per un’esperienza che ha lasciato solchi profondi, per  altri, come me ad esempio, è impossibile separarsi da quel senso di pace e di equilibrio, sempre agognato, sogno di un’intera vita.

Di seguito la lettera di Vincenzo Cherubino, un giovane ragazzo napoletano che ho avuto il piacere di conoscere sull’isola di Maio, una persona allegra e sensibile, della quale ricorderò sempre il sorriso e gli affettuosi abbracci ogni qual volta ci incontravamo.

A volte è tutto così strano…
Mi sembra di guardarmi dall’esterno…
Cosa ci fa un’italiano a Safendi, una delle frazioni più povere di Cabo Verde.
Quasi una baraccopoli…
Mi lavo con un secchio di acqua, vivo tra galline, cani, gatti e qualche topo…in un mondo che non conosce niente…
Mi sento a casa, in altri momenti ho come la sensazione che sto sognando…
Alcuni mi guardano straniti, sono il bianco tra i neri… ed io ugualmente quando sono in giro e vedo bianchi mi viene da pensare “uh guarda c’è un bianco”…
Non riesco a descrivere questa cosa.
Sembra di essere lontano dal mondo reale, poi mi chiedo cosa è reale…
intorno a me baracche, strade dissestate, un caldo che ti cuoce anche l’anima… ma sono qui…
Prendi il buono dalle persone…io qui riesco a vedere solo il buono, poi c’è la cultura, un modo di vivere differente, ma l’amore pulsa forte, si sente, si avverte, arriva tutto, a volte da toglierti il fiato e farti sentire piccolo piccolo in questo posto nel mondo.
A volte mi chiedo : “ma loro,cosa pensano di me…” nel frattempo una capretta mi osserva ed io sorrido.
Magari in un’altra vita sono nato qui…
Sono cosciente che sto dando alla mia persona una grande opportunità, unica nel suo genere. In Brasile non ero così presente a me stesso, qui è diverso.
Faccio bene, faccio male, mi capita di pormi questi interrogativi.
Ti abbraccio forte

 

Per la tua vacanza a Maio

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