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Capo Verde: lillipuziani nella Terra dei giganti

Lillipuziani nella Terra dei giganti

Mentre il resto del mondo è funestato dalla minaccia di attentati e guerre, da flussi migratori incontrollabili, da terribili crisi economiche e politiche, Capo Verde sembra vivere una dimensione di equilibrio e proiettarsi verso un futuro di crescita. Tutti guardano a questo microscopico stato insulare, con poco più di 500.000 abitanti, con grande interesse e non c’è nazione, dall’America, alla Cina agli Emirati Arabi, all’Europa, al Giappone, che non tenti in ogni modo di allacciare trattative diplomatiche e creare partenariati di ogni sorta: la politica estera capoverdiana è infatti costellata da inaspettati successi e da finanziamenti a pioggia in ogni ambito e settore. Parallelamente le aziende e le multinazionali di tutto il mondo fanno a gara ad aggiudicarsi la possibilità di insediarsi in queste terre, quasi si trattasse di un nuovo Eldorado. Ma qui l’Eldorado non esiste, non ci sono minerali preziosi, non c’è petrolio, e ad essere sinceri non proprio c’è nulla. Il territorio capoverdiano è talmente povero e per certi versi inospitale, da compromettere la stessa sopravvivenza dei suoi abitanti: rocce, deserto e penuria di acqua caratterizzano uno scenario avaro e poco incline anche a forme rudimentali di economia. Ciò premesso dovremmo forse credere che i leader di tutto il mondo si siano convertiti a politiche di sostegno disinteressato dei paesi in difficoltà? Sicuramente no considerata l’umana natura, ne consegue dunque che il “nulla” di Capo Verde sia solo apparente e che il paese celi invece una grande ricchezza: la posizione  geografica. Crocevia nell’Atlantico, l’arcipelago è tappa obbligata pe il traffico marittimo ed aereo tra l’Europa, l’Africa e il Sud America, già tristemente noto in passato come punto di snodo per il trasferimento egli schiavi dal continente africano alle Americhe. Attualmente tutti i grandi paesi, nessuno escluso, sono interessati a valorizzare la posizione strategica delle isole per le rotte commerciali transatlantiche e il governo di Capo Verde, con la sua stabilità politica rappresenta un interlocutore serio e affidabile. Qui le legislature durano 5 anni e storicamente non si registrano “cadute anticipate” come invece accade in  Italia, la democrazia può definirsi compiuta (per quanto una democrazia possa “compiersi”) dal momento che è il popolo ad eleggere i suoi rappresentanti, incluso il Presidente della Repubblica, senza ingerenza di paesi o sistemi terzi come ormai avviene noi. Domenica prossima i capoverdiani saranno chiamati alle urne, a loro la grande responsabilità di scegliere il governo che possa meglio tutelare i loro interessi e il loro futuro. Lillipuziani nella terra dei Giganti, sono un prelibatissimo bocconcino e una grande tentazione per la bramosia dei Signori della Terra.