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Perché i capoverdiani amano tanto il Carnevale

Perché i capoverdiani amano tanto il Carnevale

Carnaval Praia 2016

Se c’è una cosa della quale i capoverdiani non riescono proprio a fare a meno è la voglia di divertirsi e di fare festa. A volte bastano uno stereo e qualche birra per animare vere e proprie discoteche all’aperto capaci di tener svegli interi quartieri fino all’alba. Questo accade con una certa puntualità tutti i fine settimana dell’anno ma il culmine è raggiunto durante le feste religiose, dove sacro e profano si fondono in una sintesi indissolubile: di giorno tutti in chiesa a pregare ma “la notte no”, giusto per citare il caro Arbore. Chi ha una certa dimestichezza con la cultura capoverdiana sa bene che questa è fortemente ancorata al culto del carpe diem, il che ovviamente non esclude una progettualità per futuro, che però non è vissuto con la medesima “angoscia” di noi occidentali. Tra le feste quella che sicuramente incarna maggiormente lo spirito del divertimento e perché no della leggerezza, è indubbiamente il Carnevale. Le parate, le maschere, la musica allegra, il coinvolgimento di un intera città. A Carnevale tutto è possibile, è tradizionalmente la festa della destrutturazione, un’antica memoria delle feste dionisiache e saturnali quando si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Molti studiosi sono concordi nell’affermare che, nei paesi dove fu perpetrata la barbarie della schiavitù, questo valore simbolico del Carnevale aleggia come uno spirito antico consolidando una tradizione che, ogni anno assume sempre più vigore, rinforzata anche da politiche del governo che ne hanno scoperta la valenza turistica.